Alzi la mano chi non ha risposto almeno una volta nella sua vita “Ma come vuoi che vada?” alla temuta domanda “Come stai? Come va?”.
E chi non se lo è mai sentito rispondere?
Immagino che sarete in pochissimi con la mano alzata, visto che è una delle risposte più frequenti. Ma anche delle più nocive.
Vediamo insieme il perché:
1 - Rispondere “Ma come vuoi che vada?” implica che sia impensabile immaginare che la vita si manifesti con delle variazioni e delle sorprese.
Questo significa quindi che la monotonia sia alla base dell’esistenza e che vivere voglia dire ripetere sempre la stessa successione di eventi, impossibilitati a sganciarsi da questo susseguirsi di riflessi condizionati. Ad ogni stimolo segue sempre la stessa risposta e vivere è una inutile ripetizione senza senso.
“Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l'Espérance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris…”
"Quando la terra è trasformata in umida prigione
Dove la Speranza, come un pipistrello,
Va sbattendo contro i muri la sua timida ala
E picchiando la testa sui soffitti marci…”
Una sorta di accidia , lo Spleen intensamente evocato dai versi poetici di Charles Baudelaire, uno stato d’animo per nulla estraneo a chi si trascina attraverso i suoi giorni senza sapere dove andare e che farsene di sé, smarrito, apatico, incapace di dare un senso alla sua esistenza.
E non è un caso che il poeta francese abbia usato proprio la parola Spleen, in inglese Milza, per indicare questo malessere: nella Medicina Tradizionale la loggia splenica, se non è in equilibrio, si fa foriera, tra l’altro, di pensieri ossessivi e di incapacità organizzativa. I primi ci fanno sbattere la testa come fa il pipistrello contro gli umidi soffitti, l’altra ci rende inconcludenti fino a chiuderci nell’apatia e immobilità; ambedue questi squilibri, nostro malgrado, ci regalano depressione e malinconia. C’è chi si identifica quasi interamente con questa incapacità di aderire alla vita.
2 - Implica inoltre che sia impossibile pensare che ognuno possa avere delle risposte differenti rispetto alla vita
E invece quello che permette di vedere la stessa realtà in modo unico e diverso è il punto di vista.
Ho già ampiamente parlato di questo concetto. Ora mi ripeterei soltanto, ma se ti interessa approfondire, ecco dove puoi farlo :
Nella MindLetter n.1 che si intitola proprio “Cambia il tuo punto di vista”,
Nella Mindeletter 24 intitolata “Diciotto punti per co-creare”
Nell’articolo su Dol’s che si intitola “Accettarsi come siamo?” in cui ho intervistato molte donne su questo argomento;
Ne ho parlato nei miei libri “L’Anima del Successo”,
Lo ho ampiamente trattato nei miei due romanzi “Stavolta sarò femmina” e
3 - Non stiamo facendo lavorare bene in sinergia le nostre due energie maschili e femminili
A questo proposito ho rintracciato un mio vecchissimo articolo pubblicato decenni fa su Duepiù. Ricordi questo giornale?
4 - Nella vita guardiamo sempre quello che manca e non quello che già c’è
Questo implica Pessimismo e Vittimismo. Del Vittimismo ti ho parlato qua e là e in particolare nella puntata precedente intitolata “Sono fatta così” e ne ho esaminato le implicazioni nella nostra salute in “Diario di Psicosomatica” e nel libro “La Scrittura dell’Anima” dove dedico una ampia parte di esercizi di scrittura a chi vuole lavorare su di sé da questo punto di vista.
🗣️ Le frasi positive
Per lavorare sul Pessimismo ti riporto ancora qui come agire sulla tua mente con le Frasi Positive da ripetere come fossero mantras. Ricordi come devono essere?
Ci sono tre regole fondamentali:
I - Devono essere strutturate in modo positivo, affermando cioè “Il mio colon funziona bene” e non “Non ho male al colon”. Questo perché la nostra mente non coglie il concetto di negazione e pertanto ripetendo continuamente “Non ho male” tutto il nostro organismo viene bersagliato dal concetto di male al colon, producendo così esattamente l’effetto contrario a quella desiderato.
II - Si deve impostare l’affermazione Positiva nel tempo presente, pertanto non “Il mio colon funzionerà bene” perché questo vorrebbe dire che aspettiamo domani per cambiare e il futuro, lo sappiamo, non esiste ma c’è soltanto il presente. La nostra mente potrebbe approfittarne per inviare all’organismo il messaggio che non è ancora ora di cambiare.
III - La formulazione è bene che non contenga verbi di volere e, soprattutto, dovere, perché questo potrebbe indurci a rifiutare imposizioni e costrizioni e a fuggire dal proposito.
5 - Essendo il “Come vuoi che vada” sempre accompagnato da un atteggiamento di chiusura (tristezza, disperazione, apatia, mancanza di speranza e così via) si dà per scontato che la vita sia una valle di lacrime.
«O forse erra dal vero, / mirando all'altrui sorte, il mio pensiero: / forse in qual forma, in quale / stato che sia, dentro covile o cuna, / è funesto a chi nasce il dì natale.»
scrive Leopardi che abbiamo studiato a scuola e che certamente ha espresso magistralmente la visione pessimistica dell’esistenza.
6 - Dire “Ma come vuoi che vada” sottintende la convinzione che non sia possibile attuare consapevolmente nessun cambiamento nella propria vita.
7 - Il che implica la certezza di non essere in grado di intervenire
8 - Oppure la paura di non farcela
L’immagine dell’Io
A proposito dei numeri 6/7/8 c’é la Immagine dell’Io, un esercizio validissimo che si può fare anche quotidianamente, modificando l’immagine che ciascuno ha di sé ai suoi livelli interiori profondi.
E’ stato Maxwell Maltz, un chirurgo estetico del Novecento, a parlarne con cognizione di causa derivata proprio dalla sua professione. Si era reso conto, infatti, che i suoi pazienti, per lo più gravi ustionati o persone con importanti difetti fisici, una volta operati e migliorati dal punto di vista estetico, avevano due diverse reazioni: alcuni cambiavano il loro atteggiamento nelle relazioni, la postura, l’andatura, diventavano più sereni e miglioravano a tutti i livelli, altri invece sembravano rimanere come erano prima della operazione. Era cambiata la loro condizione fisica, notevolmente migliorata, ma loro trattenevano in sé l’atteggiamento di prima, una postura che voleva nascondere il difetto che però non c’era più, la timidezza di chi si vergogna di sé, l’insicurezza di chi sa di essere guardato come un diverso e così via.
Da qui Maltz ha realizzato come ciascuno di noi ai suoi livelli interiori profondi abbia un’immagine di sé, al di là della situazione oggettiva e si metta in relazione con gli altri attraverso questa immagine. Chi si vive insignificante appare così, anche se esteticamente è molto bello, chi si vive bello e in equilibrio armonico con se stesso appare interessante anche se, oggettivamente, potrebbe non sembrarlo. Quello che noi pensiamo di noi stessi è il nostro biglietto da visita nella relazione con l’altro. A tutti i livelli, da quello estetico a quello psicologico, a quello spirituale. L’unico modo per rompere questo circolo vizioso è lavorare sulla propria Immagine dell’Io e riportarla in equilibrio.
Facciamo di tutto per piacere agli altri ma è assai importante piacere a noi stessi perché non serve a nulla guadagnarsi a tutti i costi l’attenzione degli altri , conta essere in armonia con noi stessi, ai nostri livelli profondi. Non conta, infatti, vederci con gli occhi degli altri e cercare di diventare come supponiamo ci vorrebbero: quello che conta è diventare ogni giorno di più quello che già siamo ma che troppo spesso ci siamo dimenticati di essere.
Ecco ora un esercizio che fa parte del corso di Psicodinamica Mentale dell’ISPA (Istituto Sperimentale di Psicodinamica Applicata), il cui obiettivo è stabilire un giusto equilibrio nella propria Immagine dell’IO.
🧘♀️ Si tratta di scendere ai tuoi livelli interiori profondi e di visualizzarti nella tua scena della natura oppure nella grotta, davanti alla tela di un pittore. Si tratta soltanto di dipingere su questa tela il ritratto per intero del tuo corpo e del tuo viso, in un primo tempo facendone il disegno e poi, successivamente, usando i colori. Non è necessario dipingere in modo realistico, puoi usare tutti i colori che vuoi, puoi dipingere anche la tua pelle di verde o di blu, se ti fa piacere, se vuoi aggiungere speranza o amore al tuo ritratto. Come sempre la prima cosa che ti verrà in mente di fare sarà quella giusta perché sei ai tuoi livelli interiori profondi. Al termine guarderai il tuo ritratto e scriverai accanto una frase del tipo
“Questo sono io, sereno, tranquillo, sicuro di me e in equilibrio con la vita”
Successivamente si tratterà di guardare il ritratto e la frase e di vedere se c’è corrispondenza. Quello che vedo, quello che ho dipinto, sono davvero io, mi riconosco, e mi vedo sereno, tranquillo, sicuro di me ed in equilibrio con la vita? Se la risposta è no potrai cancellare quello che non va e rifarlo. Non è detto che ci riuscirai subito, potrai metterci giorni e giorni prima di raggiungere un disegno che soddisfi tutto questo. Ogni giorno, infatti, ti consiglio di ripeterlo perché ogni girono il rapporto con te stesso può mutare. Ma ricorda, quello che conta non è che il ritratto sia oggettivamente perfetto ma che tu, comunque sia, ti ci riconosca e lo legga come l’espressione della tua serenità, della tua sicurezza, del tuo equilibrio con la vita.
9 - Oppure la convinzione che l’umanità vada comunque verso la sua fine
«La base di ogni volere è bisogno, ossia dolore, a cui l'uomo è vincolato dall'origine, per natura»
scrive A. Schopenhauer nella sua opera filosofica “ Il mondo come volontà e rappresentazione”
E tu cosa ne pensi?
Se vuoi conoscermi meglio o restare in contatto, ci sono diversi luoghi (più o meno virtuali) in cui puoi trovarmi :
☎️ ** Se vuoi un incontro on line di Counseling con me prenotalo al +393463658409
📣 Qui il link per seguirmi sul mio nuovo canale Telegram “Vita Creativa con SG”, canale di Susanna Garavaglia.
Dal canale, se lo vorrai potrai anche transitare nel gruppo dal quale potrai dare avvio anche tu a pensieri e riflessioni. Ma per arrivarci devi passare dal canale dove troverai anche l’altro link.🧘♀️ Qui trovi un percorso di 9 meditazioni (ne ho parlato nella puntata 29, in caso volessi saperne di più).
🌐 Questo è il mio sito. Qui c’è una panoramica su di me e quello che ho fatto in questi anni.
🎙️ Qui il podcast “Vita Creativa”. Seguilo e aiutami a diffonderlo tra chi conosci.
📚 Qui trovi i miei libri.
👩🎓 Qui i miei corsi online con Erbasacra e qui la nuova formazione on line in Counseling in Psicosomatica Spirituale. La formazione può partire in ogni momento dell’anno, quando ti é comodo. prova a dare un’occhiata, magari diventare Counselor in Psicosomatica Spirituale può essere per te una inaspettata risorsa non solo professionale ma anche una crescita interiore per te.
✍️ Gli articoli che ho scritto su Dol’s Magazine negli ultimi anni, tra cui tante interviste a donne ispiranti.
🏡 Il mio B&B nel bosco vicino al mare. Sono qui tutta l’estate e anche dopo !
Ogni tanto organizzo corsi, se vuoi saperne di più, puoi seguirmi su
Facebook, Instagram e LinkedInA giovedì prossimo 🪷