Un mito da sfatare, eppure quante volte nella tua vita ti sei detto queste parole: “Sono fatta, sono fatto così. Non posso farci niente”?
In questa puntata ti elencherò i 12 motivi per sfatare questa falsa credenza.
Siamo pronti?
1 - E’, appunto, una credenza
Una credenza nasce dal Sistema di Convinzioni che abbiamo su noi stessi, sugli altri e sulla vita, dal nostro punto di vista sul mondo che ci orienta a muoverci nella nostra esistenza, filtrando tutto quello che ci capita attraverso le sue lenti. Ci sono credenze potenzianti e credenze depotenzianti, le prime sono quelle che espandono la nostra energia, le seconde quella che la fanno contrarre.
Espandere la nostra energia significa iniziare a guardarci intorno in modo diverso, realizzare che ci sono territori che ancora non abbiamo esplorato ma ci attraggono, superare l’attrito creato dalle abitudini, da quello che pensa la gente, dalle regole cui siamo abituati. Ogni espansione della nostra energia porta con sé un allargamento del nostro orizzonte e ci permette di crescere, progredire, avvicinarci alla voce del nostro Sé.
Contrarre la nostra energia significa chiuderci agli scambi, diminuire la nostra vitalità, vivere nella monotonia e nella ripetizione, avere paura di uscire dalla comfort zone, temere le proprie emozioni e magari soffocarle, entrare in un loop di pensieri distruttivi, ammalarci.
Esempi di credenze che espandono la nostra energia:
“Ho dentro di me tutto quello che mi serve per stare bene”
“In ogni persona che incontro c’è sempre un po’ di luce”
“Ho fiducia in me e nelle mie possibilità”
“Sono amata e accettata”
“La vita è una avventura affascinante”
Esempi di credenze che contraggono la nostra energia:
“Non sono mai all’altezza della situazione”
“Gli esseri umani sono cattivi”
“Distruggo tutto quello che tocco”
“Nessuno mi ama”
“Non merito la felicità”
2 - Una credenza può essere risvegliata dal modo in cui guardiamo a un avvenimento
Da dove arrivano queste credenze?
Certamente dalla nostra famiglia, da quella nella quale siamo nati, da nostra madre e da nostro padre, dai nostri nonni ma anche da vecchi antenati di cui non abbiamo mai sentito parlare ma che ci hanno tramandato un particolare modo di vedere la vita.
Inoltre viviamo in una determinata società, frequentiamo determinate persone, viviamo determinate esperienze, talvolta dolorose e difficili che portano con sé emozioni così forti da stampare in noi un determinato modo di vedere la vita.
Pensa ad esempio ad una donna che è stata violentata e ha provato ovviamente paura, rabbia, disgusto, una serie di emozioni molto forti e intense. Facilmente si radicherà in lei la credenza che “i maschi sono cattivi” con tutte le conseguenze che potranno seguire.
Le credenze attirano la nostra realtà che è malleabile e con una credenza di questo tipo si incontreranno facilmente solo uomini con quelle caratteristiche che faranno rivivere violenze, abbandoni, aggressività.
Per approfondire questo concetto ci sono le Costellazioni Familiari di cui, se hai pazienza, ti parlerò a breve in altra sede.
Ma c’è un altro elemento da tenere in considerazione, anche se più difficile da digerire e da accettare: è il modo con cui guardiamo a un avvenimento che può risvegliare una credenza, comunque si sia radicata in noi.
C’è chi ci insegna che tutto quello che avviene è neutro ed è il nostro modo di affrontarlo che gli dà il colore che ci ritroviamo poi tra le mani.
3 - Una credenza alimenta le forme pensiero
Hai presente quando entri in una stanza dove tutti sono tesi e arrabbiati e cogli una specie di nuvola di tensione “che si potrebbe tagliare con un coltello”?
Ci sono ambienti in cui invece il solo entrarvi porta con sé rilassamento e armonia.
Nell’uno e nell’altro luogo ci sono differenti Forme Pensiero che ti si appiccicano addosso, al punto che le porti con te anche quando esci da lì. Puoi immaginarle come delle entità di energia che si collegano alla tua se anche tu hai in te pensieri e emozioni simili a quelli che hanno generata quella Forma Pensiero, che tu viva la tua vita con rabbia e tensione o che tu sia tranquilla e serena.
Perché le Forme Pensiero attraggono esperienze che le possano rafforzare, risvegliano situazioni che riattivano vecchie ferite o ci riportano in contatto con la nostra gioia interiore.
4 - Se credi di non poterci fare niente è perché ti muovi tra le stesse Forme Pensiero
Questo è semplice da capire: se ti sei detta che sei fatta così e non puoi farci niente, che ad esempio sei una persona insofferente e continuerai a esserlo fino al resto della tua vita, è perché continui a muoverti in ambienti in cui si alimentano Forme Pensiero di insofferenza, di rabbia, di giudizio e quindi ti si appiccicano addosso continuamente, rendendoti sempre più giudicante e rabbiosa e, pertanto, sempre più intollerante.
5 - Pensare di essere fatto così significa credere che un destino ci sovrasti irrimediabilmente
Ma chi ti ha detto che devi continuare a muoverti in ambienti di questo tipo, a cercare persone che rafforzino questa tua convinzione, a pensare di non poterci fare niente?
Forse pensi che ci sia una forza più forte e più grande della tua che ti detta legge in ogni istante, che sappia cosa sia giusto per te, che ti costringe a camminare sempre lungo gli stessi binari? Rifletti un po’ su questo, può essere la tua occasione.
6 - Pensare di non poterci fare niente significa ritenere di non essere padroni del proprio destino
E invece possiamo imparare a dare uno scrollone a come crediamo di essere, agli schemi rigidi che ci siamo creati con la nostra mente, alle abitudini che ci intrappolano, alla routine cui siamo abituati perché, solo mettendola di fronte al Nuovo, la nostra mente potrà mollare la presa permettendoti di accedere al tuo vero potere. Di percorrere la tua strada, di lasciar penetrare tutta la forza che c’è in te, che tu sei.
Tu sei padrone del tuo destino semplicemente perché hai in te tutto quello che ti serve per entrare in contatto con la voce del tuo Sé, quello che sa quello che ti serve per essere te stesso, te stessa, per comprendere quali sono i tuoi doni per te e per il mondo, in quale modo puoi sciogliere i nodi che ancora ti bloccano.
7 - Non ritenersi padroni del proprio destino porta con sé Vittimismo
Se non sei in grado di prendere in mano il tuo destino o, almeno di riconoscere che puoi farlo, abbracci il detestabile atteggiamento della Vittima, quello di chi non riesce mai a prendersi la responsabilità della propria vita. Essere responsabili significa “res-sponsare”, cioé “sposare la cosa”: e cosa è la Cosa? La realtà nella quale stiamo vivendo, l’esperienza che stiamo affrontando, il nostro mondo di relazione, di creazione, di espressione dei nostri talenti, la ricerca dei nostri valori.
La Vittima non riesce a prendere consapevolezza di tutto questo, mossa da una sorta di capriccio esistenziale ritiene che debbano essere gli altri a prepararle la strada giusta per lei, ad addobbarla, a tenerla pulita e a guidarla, di volta in volta nella direzione giusta. La Vittima è in una fase di vita profondamente egoica e si ritiene il centro dell’esistenza non solo per sé - che sarebbe corretto - ma anche per tutti gli altri.
8 - Vittimismo significa chiudere il cuore
Una Vittima vive con il cuore chiuso, anche se si racconta - e racconta agli altri - di dare soltanto amore. In realtà la Vittima vuole riceverlo questo amore ma fatica a darlo perché agisce attraverso continui ricatti psicologici: io ti amo se.
Spesso ne è inconsapevole e questo è ancora peggio per lei perché farà più fatica a uscirne. Anche perché se il suo cuore è chiuso vede intorno a sé solo quello che non va e non è capace di vedere la luce che c’è in ogni situazione.
“Sono fatta, fatto così non posso farci niente” è il biglietto da visita della Vittima che, rinchiusa nella sua corazza si racconta e racconta al mondo di essere la più buona in un mondo di cattivi.
9 - Vittimismo significa chiudersi al potere della propria mente
E, naturalmente in una situazione esistenziale di questo tipo la Vittima fa fatica accettare che esiste un modo di pensare che potrebbe aiutarla a dare alla sua esistenza molta più espansione, facendola uscire da quella contrazione che si crea costantemente con le sue mani, il suo cuore e la sua mente.
La nostra mente ha un potere che non immaginiamo di possedere se non ci apriamo a conoscerlo. Se cerchi di raccontarlo a una vittima è facile che lei ti dica “Non dire stupidaggini” perché tutto quello che potrebbe aiutarla a trovare una soluzione le porterebbe via il diritto di avere problemi.
E, come diceva Hellinger :
“La felicità viene vissuta come pericolosa, perché rende soli. Lo stesso vale per la soluzione. Viene vissuta come pericolosa, perché rende soli. Invece con il problema e con l'infelicità si è in compagnia”
E’ la nostra mente che ci fa vedere la realtà in un modo piuttosto che in un altro ma crederci è troppo per una Vittima.
Inoltre ogni Vittima crea Carnefici attorno a sé.
10 - Dire “Sono fatto così” è una forma di Arroganza ma l’Amore è sempre la risposta
Spesso l’adolescente ha bisogno di essere arrogante per potersi fare strada nella ricerca della sua identità perché deve imparare a non credere in niente in assoluto e a prendere le distanze da quel mondo prefabbricato che gli sembra gli sia imposto dall’esterno. E con l’arroganza si fanno strada la superbia, la presunzione, l’orgoglio, l’incapacità di riconoscere i propri errori, l’egoreferenzialità.
L’adolescente ne ha spesso bisogno per mettersi in cammino, lasciare il regno della famiglia in cui è cresciuto e affrontare il cammino che lo porterà nel suo nuovo regno. Talvolta tutto questo gli è necessario perché abbia la forza di farlo, questo cammino, tagliando il cordone ombelicale e imparando a diventare autonomo e forte. E deve dire “Sono fatto così, non posso farci niente” come atto di ammissione di un suo modo d’essere che lo porterà a dire “Sono meglio degli altri” e poi “Forse in questo non sono fatto bene” e poi “ Allora potrei provare a..” e così via fino a ritrovarsi un poco più cresciuto.
Ma quando diciamo a noi stessi “Sono fatto così, non posso farci niente”, se adolescenti non lo siamo più e ci sentiamo già arrivati, fatichiamo a dire quel “Allora potrei provare a..” che se diventa un “Allora provo a...”, può rivelarsi risolutore.
Una buona notizia, l’Arroganza non è qualcosa che ci si appiccica addosso, non è una Forma Pensiero, è un atteggiamento interiore che si può lasciar andare.
Non c’è bisogno di cambiare ambiente, non è la nuvoletta di energia la cui formazione è avvenuta “per colpa di..”.. e basta poco a lasciarla andare.
Basta l’Amore. E l’Amore sai dov’è? Non è negli altri che sono cattivi e non te lo vogliono dare, è in te, dentro di te e solo tu puoi riconoscerlo, usarlo e diffonderlo. L’amore si dà, non si pretende.
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