Ricordo quel giorno, il 12 novembre 2006, quando a Milano ho partecipato alla prima Free Hugs Campaign, insieme ai miei amici che la avevano organizzata.
Nata da Juan Mann che per la prima volta, nel 2004, andò in giro per le strade di Sydney con in mano un grande cartello dove c’era scritto “free hugs”, abbracci gratis. Definita un “atto casuale di gentilezza disinteressata”, questa iniziativa si è presto diffusa in tutto il mondo e anche io la ho accolta con gioia partecipandovi attivamente.
Su cosa voglia dire abbracciare liberamente chiunque passi sulla propria strada e farsi abbracciare credo si sia parlato ormai a lungo e puoi trovare molte mie riflessioni ovunque ma in particolare nella MindLetter n. 18, intitolata “21 motivi per abbracciare e lasciarsi abbracciare”.
Ma oggi voglio soffermarmi su cosa possa significare questo “abbracciare” una relazione, vedendone i punti di contatto con quello che avviene quando “abbracciamo” un nostro progetto, ipotizzando che l’altro, chiunque egli sia, possa apparire ai nostri occhi come un nostro progetto.
Vediamo insieme il come e il perché. E, per farlo, prendo in considerazione i punti fondamentali della realizzazione di un progetto e li metterò poi in confronto con quello che avviene in noi quando intrecciamo una relazione.
Pronti?
Cosa è un progetto se non l’occasione di portarci oltre a qualcosa che già c’è?
Dal latino “pro” (avanti) e “jacere” (gettare), etimologicamente significa “gettare avanti”: un nostro progetto è qualcosa che ci proietta in avanti verso nuovi obiettivi, oltre a ciò che già c’è.
Realizzare un progetto significa, quindi, sapere come fare per raggiungere un risultato ben definito, pianificarne i passaggi e iniziare a metterli in pratica, che si tratti di organizzare un corso, una vacanza, di scrivere un libro, fare un bavaglino all’uncinetto, organizzare un matrimonio, di trovare un nuovo lavoro, di andare a vivere dall’altra parte del mondo, di pulire casa da cima a fondo o fare una torta..
Qualcosa che non c’è, che ancora non esiste, si può realizzare grazie alla attuazione del mio progetto.
A differenza di un improvviso cambiamento che un tempo si chiamava “miracolo” e sembrava che davvero fosse improvviso, il progetto richiede una serie di passaggi:
La consapevolezza di essere nella fase di una progettualità.
Quindi gettare in avanti l’obiettivo per poterlo vedere, riconoscere e accogliere.La assunzione in sé di un atteggiamento positivo.
Non ha senso fare un progetto se dentro di noi continuiamo a ripeterci “Non ce la farò”.La definizione di una tempistica entro la quale ipotizzarne la realizzazione.
Un conto è dire “Vorrei andare a vivere dall’altra parte del mondo” e un conto è dire “Entro due anni voglio andare a vivere dall’altra parte del mondo”. Fa parte della tempistica individuare gli eventuali passaggi per raggiungere quell’obiettivo ( “entro due messi faccio questo, entro un anno devo avere sistemato quest’altro, tra diciotto mesi posso passare a quest’altro..”)La suddivisione del progetto in passaggi a breve, medio e lungo termine.
La chiarezza dell’obiettivo da raggiungere e la sua formulazione esatta, prima di tutto con noi stessi.
Il mantenimento di un orientamento strategico senza lasciarsi prendere dalla tentazione di dire, a metà progetto, “Se è destino il mio obiettivo si realizzerà da solo”. Questa può essere una posizione esistenziale ugualmente valida e apprezzabile, ma non ha niente a che vedere con il progetto. A meno che non si intenda “il progetto della mia Anima” in senso generale e spirituale. Ma questo è un altro discorso.
Il farsi carico dei rischi.
Questo implica la previsione di eventuali intoppi e la ideazione di strategie per affrontarli.L’elenco delle risorse necessarie.
L’eventuale persona o team di appoggio.
Il monitoraggio, la verifica costante del punto in cui si è arrivati.
E fin qui nulla di nuovo, credo.
Vediamo ora cosa ha in comune una relazione con un progetto e quindi perché l’altro, chiunque sia per te, assume per te la valenza di un tuo progetto.
La relazione
Premetto che ogni “altro” che incontriamo nella nostra esistenza è unico, insostituibile e ha obiettivi, potenzialità, valori, doni da condividere che sono suoi e solo suoi e che solo lui conosce e ai quali solo lui o lei può dare il giusto valore. Quindi l’altro in sé è sacro e ha una esistenza e una essenza dentro cui si manifestano in pienezza tutto il suo Potere e la sua Potenza.
Sto ora considerando, quindi, l’altro non in sé ma come specchio.
Cosa significa?
Ogni persona con cui entriamo in relazione ci rimanda, come fosse uno specchio, l’immagine di alcune parti di noi.
In loro vediamo qualità, difetti, ombre che abbiamo in noi che ci appartengono. Stiamo parlando della “proiezione”. Così possiamo portare “all’esterno” “proiettare fuori”, quello che abbiano dentro, quello che appartiene a noi.
“Tutto ciò che ti infastidisce negli altri è solo una proiezione di ciò che non hai risolto in te“, dice Buddha
E così ci scopriamo, ci conosciamo attraverso gli altri che diventano, quindi, un nostro progetto.
Parte di quello che vediamo in loro in realtà sono parti di noi.
Ecco perché nella prima fase dell’innamoramento veniamo catturati quasi soltanto dalle parti di luce della persona in questione. Quello che vediamo in lei o in lui è la luce del nostro innamoramento!
Vediamo, punto dopo punto, il parallelo con il progetto:
Il primo punto della costruzione di un progetto è consapevolezza di essere nella fase di una progettualità e questo ci permette di gettare in avanti l’obiettivo per poterlo vedere, riconoscere e accogliere.
Quando incontriamo l’altro, se ci accorgiamo di lui o di lei, proiettiamo (gettiamo davanti a noi un obiettivo) immediatamente su di lui o su di lei qualcosa: possiamo divertirci, lavorare, imparare, costruire questo o quello insieme. Ovviamente non succede con chiunque ci tagli la strada, sto parlando delle persone che, appunto, “vediamo”.La assunzione in sé di un atteggiamento positivo che è fondamentale avere nella definizione di un progetto, diventa nella relazione la sua accettazione, cioè la scelta di “vedere” quella persona, di prenderla in considerazione.
Nessun incontro avviene per caso, ognuno ha un messaggio importante per noi. Talvolta capita anche con chi non prendiamo in considerazione ma ci ricorda qualcun altro e la nostra attenzione va quindi su quell’altro. Anche chi crediamo di non avere visto , perché magari abbiamo soltanto incrociato lo sguardo su un tram può avere quindi un messaggio per noi.La definizione di una tempistica entro la quale dare sostanza a quella relazione. Nella fase di innamoramento vorrebbe condividere tutto con quella persona, ogni istante. E, quando la relazione prende forma, pretendiamo che tutto quello che ci serve venga soddisfatto da quella persona, e anche in tempo reale.
La suddivisione del progetto in passaggi a breve, medio e lungo termine corrisponde nella relazione alle aspettative che ci creiamo.
Le aspettative prima o poi sfiniscono e la relazione magari scoppia, ma l’altro assume valore per noi in relazione alle nostre aspettative e, nella fase della proiezione, vive in noi soprattutto nel breve termine. Man mano che da nostro progetto ritornerà anche per noi ad avere vita autonoma e la relazione si manterrà in vita, lo accoglieremo nel medio e nel lungo termine. Più staremo nel lungo termine più la relazione avrà perso il valore di proiezione, quindi di progetto per noi.La chiarezza dell’obiettivo da raggiungere e la sua formulazione esatta, prima di tutto con noi stessi, dice questo punto relativo al progetto.
Nella relazione con l’altro la chiarezza degli obiettivi comuni è fondamentale ed è spesso oggetto di notevoli equivoci, quando si è in grado di vederlo per come quella persona è e non per quello che le abbiamo proiettato addosso.
“Ma come, credevo che tu fossi la mia migliore amica.”
“Ma come, mi fidavo di te per quel lavoro”
“Ma come, vuoi che restiamo solo amici, e io invece..”Il mantenimento di un orientamento strategico, dice questo punto riguardo al progetto.
Strategia nella relazione?
Mi sembra di sentir chiedere con perplessità. Beh, se sostituiamo alla parola “strategia” la parola “discrezione” certamente va meglio ed è in questo caso la stessa cosa. La sua radice è dis-cerno, scegliere (cernere) separando (dis).
“Questo sì, questo aspetto, questo meglio di no, forse.. almeno per ora”Il farsi carico dei rischi, la previsione di eventuali intoppi e la ideazione di strategie per affrontarli.
Certo, quando la relazione è vista come totalizzante, è difficile prevederne ma soprattutto affrontarne i rischi e ricalibrare il Senso, ridefinendone il valore oppure rinunciando e abbandonando la relazione.“Ho puntato tutto su di te (come amico, come amante, come collega, come leader, come figura di riferimento) e tu mi deludi in questo e in quest’altro, perché ti stai rivelando non come io pensavo che tu fossi - come mio progetto - ma come davvero sei tu. E allora mi piaci ancora?”
Questo punto prevede l’elenco delle risorse necessarie.
Anche nella relazione è necessario avere chiaro quali sono le nostre risorse. Siamo interi, abbiamo cioé già una nostra centratura e quello che ci serve per essere felici - e in questo caso la relazione smette di essere nostro progetto e diventa un dono. Oppure siamo zoppicanti e vogliamo qualcuno con cui zoppicare insieme? E in questo secondo caso l’altro è proprio un nostro progetto irrinunciabile, altrimenti come possiamo stare in piedi?La persona o il team di appoggio ci sono utili proprio quando la relazione svela il suo carattere di progetto. Talvolta da soli non ce la facciamo a gestirne le falle, i vuoti, le difficoltà e abbiamo bisogno di parlarne con qualcuno o addirittura di essere aiutati da qualche professionista che ci aiuti a capire che l’altro “è in sé” prima ancora che un nostro progetto.
Il monitoraggio ci aiuta a fare sempre il punto della situazione per capire che non siamo vittime del destino che mette sulla nostra strada sempre persone che ci deludono e non sono all’altezza del progetto che rappresentano per noi. Ma che ogni relazione può mostrarci quali aspetti di noi siamo pronti a stanare, quali ombre a trasformare, quali doni portare alla luce.
E allora cosa sono progetti e relazioni se non l’occasione di portarci oltre a qualcosa che già c’è, scoprendo tutta la nostra ricchezza che si nasconde dietro a ogni nodo che riusciamo a sciogliere e trasformare?
Se vuoi conoscermi meglio o restare in contatto, ci sono diversi luoghi (più o meno virtuali) in cui puoi trovarmi :
☎️ ** Se vuoi un incontro on line di Counseling con me prenotalo al +393463658409
📣 Qui il link per seguirmi sul mio nuovo canale Telegram “Vita Creativa con SG”, canale di Susanna Garavaglia.
Dal canale, se lo vorrai potrai anche transitare nel gruppo dal quale potrai dare avvio anche tu a pensieri e riflessioni. Ma per arrivarci devi passare dal canale dove troverai anche l’altro link.🧘♀️ Qui trovi un percorso di 9 meditazioni (ne ho parlato nella puntata 29, in caso volessi saperne di più).
🌐 Questo è il mio sito. Qui c’è una panoramica su di me e quello che ho fatto in questi anni.
🎙️ Qui il podcast “Vita Creativa”. Seguilo e aiutami a diffonderlo tra chi conosci.
📚 Qui trovi i miei libri.
👩🎓 Qui i miei corsi online con Erbasacra e qui la nuova formazione on line in Counseling in Psicosomatica Spirituale. La formazione può partire in ogni momento dell’anno, quando ti é comodo. prova a dare un’occhiata, magari diventare Counselor in Psicosomatica Spirituale può essere per te una inaspettata risorsa non solo professionale ma anche una crescita interiore per te.
✍️ Gli articoli che ho scritto su Dol’s Magazine negli ultimi anni, tra cui tante interviste a donne ispiranti.
🏡 Il mio B&B nel bosco vicino al mare. Sono qui tutta l’estate e anche dopo !
Ogni tanto organizzo corsi, se vuoi saperne di più, puoi seguirmi su
Facebook, Instagram e LinkedInA giovedì prossimo 🪷