👋 Prima di addentrarmi nell’argomento di questa settimana ti saluto con un mio arrivederci, lo faccio subito perché non amo i distacchi ma questo sarà solo momentaneo, probabilmente per qualche settimana: il mio lavoro di locandiera e i miei vari ruoli familiari hanno reso Joie de Vivre molto affollata e quindi potrei rimanere un po’ in silenzio. Vedremo…
Mentre scrivo questo numero della MindLetter, a Milano si è appena scatenato un finimondo, un nubifragio con venti fortissimi fino a 100 chilometri orari, pioggia e grandine, tuoni e fulmini. E intanto la Sicilia brucia. Ovunque ormai intorno a noi si moltiplicano incendi, eruzioni vulcaniche, aumento esasperato di calore, rappresaglie, guerre, lotte, esplosioni di vario tipo.
Se vuoi approfondire il tema della emergenza climatica ti rimando alla newsletter di Nicolas Lozito su Substack, “Il colore verde”.
Tutto questo avviene non solo fuori di noi, nel mondo che ci fa da specchio, ma anche dentro di noi: polemiche continue sui social, voglia di ferire, aggressività, esplosioni di una rabbia forse repressa nel tempo.
Quante volte ci ritroviamo a non poterne più, a essere sul punto di scoppiare come se fossimo seduti su una bomba che sta per scatenarsi. E spesso, dopo aver trattenuto a lungo emozioni che ci sconquassavano ma che non riuscivamo a portare in superficie scateniamo tornadi dentro di noi, facendoci del male.
Ne ho parlato a lungo nel mio libro “Diario di Psicosomatica”, edito da Tecniche Nuove, al quale ti rimando se ti interessa approfondire il rapporto tra i tuoi disagi fisici, gli altri aspetti della tua personalità, il tuo modo di “leggere” l’esistenza e le tue concrete scelte di vita.
Ti voglio illustrare oggi come trattare i tuoi momenti di difficoltà attraverso il Metodo dei Sette Passi, prima che tutta la tua energia imploda dentro di te.
Il problema è che viviamo addormentati e non ci rendiamo conto che qualcosa non va, fino a quando succede qualcosa che, di colpo, ci risveglia.
IL METODO DEI SETTE PASSI
- Aprire gli occhi - (Ora ci sono, prima dormivo)
E’ il primo passo, quello in cui apriamo gli occhi e ci accorgiamo di esserci addormentati.
Spesso è una malattia, un disagio, un problema, uno shock a risvegliarci. E, di colpo, come se avessimo vissuto la vita di un’altra persona, ci rendiamo conto della meccanicità di alcune nostre azioni e abitudini, e della differenza tra come ci sentiamo dentro e tutto quello che di noi stiamo raccontando agli altri.
- Distaccarci - (Io non sono questa)
Io ho vissuto un un certo numero di distacchi nell’arco della mia vita. Quando, ad esempio, dopo 23 anni di insegnamento nella scuola ho deciso di smettere; oppure quando ho scelto di lasciare la città per venire a vivere nel bosco; oppure quando ho lasciato la mia attività di guida all’interno dell’ISPA (Istituto Sperimentale di Psicodinamica Applicata) .
Possiamo chiamarla “La fase delle 7 D” : disubbidire, disidentificarci, disipnotizzarci, disadattarci, disinserire vecchi programmi, dissolvere la vecchia immagine di noi stessi, dimenticare la me stessa che ho creduto di essere.
In questa fase ci diamo il permesso di smettere di essere “normali” (da norma, regola) e di pensare come “crediamo” di “dover” pensare.
" L'uomo deve acquistare la forza di porsi di fronte a se stesso come ad un estraneo. Osservare se stesso con la calma interiore di un critico. Se vi riesce, le sue esperienze gli si palesano sotto una nuova luce"
(Rudolph Steiner, Iniziazione,)
- Immaginare - (Io sarò quello che sarò)
In questa fase capiamo chi non siamo più, ma non ancora chi siamo.
Ci troviamo di fronte alle nostre infinite possibilità in attesa di mettere in atto la nostra parte costruttiva, di capire cioè non soltanto quello che non vogliamo più essere ma che cosa vogliamo diventare.
Sono quei momenti in cui io realizzo che posso esplorare la realtà in modo nuovo, non sapendo ancora che cosa sto per trovare ma sapendomi spingere al di là del mondo che ho conosciuto e quindi immagino quello che desidero, con fiducia di trovarlo.
È quella fase in cui “pensiamo in grande”, focalizzando la nostra attenzione con un chiaro intento cosciente e mettendo in moto quel programma interiore che determinerà poi la mia esperienza reale.
Non mi stancherò mai di sottolineare nel verbo immaginare “in me Mag avere” che significa portare dentro di me la dimensione del Mago. E cosa fa il mago? Trasforma attraverso nuovi pensieri che tutte le mie cellule ascoltano predisponendosi quindi a diventare come sto immaginando.
“Il Mago che è in noi ha anche il potere di nominare. Se noi non denominiamo precisamente e oggettivamente noi stessi e la nostra storia, siamo alla mercè di come gli altri ci vedono e di ogni voce che ci viene dall’esterno e che ci rimbomba nella testa. Cominciamo ad affermare il nostro potere di nominare quando nella nostra vita è all’opera il Creatore e noi incominciamo a raccontare la nostra storia con la nostra voce”
(Carol S. Pearson, Risvegliare l’eroe dentro di noi)
- Guidare - (Ora guido io)
Il quarto passo ci porta a decidere di passare dal sedile posteriore, al posto di guida.
Ci rendiamo conto di avere vissuto fino a quel momento come se, a bordo della nostra automobile, avessimo lasciato vuoto il posto di guida sedendoci nel sedile posteriore e continuando a lamentarci quando l’auto usciva di strada, dando la colpa alla manutenzione della strada, al terreno scivoloso, a chi aveva deciso di mettere curve in un rettilineo rendendo più difficile raggiungere l’obiettivo.
Nella fase quattro facciamo un salto mettendoci al volante e decidendo noi su quale strada portare la nostra automobile, dove andare, quali soste fare, a che velocità procedere. È la fase in cui abbandoniamo il nostro vittimismo, ogni forma di delega e di dipendenza accogliendo invece consapevolezza, responsabilità e riconoscimento della nostra potenza. Accettiamo di rivedere i nostri criteri, di scegliere i nostri punti di riferimento e, qui, accettiamo anche di pensare in piccolo, suddividendo le nostre azioni in piccoli passi.
Ora pensare in grande non serve più, anzi rende più difficoltoso il raggiungimento dell’obiettivo
“Invece di tentare intensamente con sforzi coscienti e con una volontà di ferro di fare qualcosa, invece di preoccuparvi tutto il tempo e di immaginare che tutto andrà probabilmente a finir male, dovete semplicemente rilassarvi, smettere di agire forzatamente; raffiguratevi il bersaglio che realmente volete centrare e lasciate fare al vostro meccanismo creativo per il successo. In tal modo, immaginando mentalmente il desiderato risultato finale, fate letteralmente pressione sul vostro io affinché faccia uso del pensiero positivo. Tutto questo non vi esime dal fare un intenso lavoro, ma ogni vostro sforzo verrà esercitato per condurvi direttamente allo scopo, piuttosto che per farvi cadere in un futile conflitto mentale che si verifica ogniqualvolta <volete> e <cercate> di far qualcosa, immaginandole invece una completamente differente”
(Maxwell Maltz, Psicocibernetica)
- Integrare - (Io sono intera)
Nel quinto passo ci rendiamo conto della nostra multidimensionalità e di come in noi il piano fisico, quello emotivo e quello mentale procedono insieme; probabilmente eravamo entrati in crisi perché non ne avevamo rispettato l’armonia dando spazio soltanto al nostro mentale, oppure alle nostre emozioni oppure ai nostri bisogni fisici. Capiamo di essere invece una unità di coscienza che armonizza in sé ognuno di questi piani e che uno squilibrio su uno solo di questi si manifesta anche in tutti gli altri.
E’ il momento in cui ci rendiamo conto che non basta desiderare qualcosa ma bisogna volerlo e agire tenendo conto della nostra multidimensionalità e valutando continuamente l’efficacia dei nostri piccoli passi e imparando anche a leggere i nostri fallimenti come occasione per rivedere i nostri programmi.
- Risplendere - (Io sono luce)
Ho già parlato, nella MindLetter n. 3 (intitolata “Ma chi ti credi di essere?), di come ci rendiamo conto di quanto sia importante piacere prima di tutto a noi stessi e non volere a tutti costi essere ben voluti da tutti gli altri. Stare con noi stessi e starci bene è molto importante ed è il passaggio in cui impariamo anche a godere della nostra solitudine vedendola come opportunità per passare del tempo in compagnia di noi stessi.
- Collegarsi - (Io sono noi, io siamo, si-amo)
Stando bene con noi stessi capiamo di essere una magliarete, smettiamo cioè di identificarci soltanto con la maglia, con la singola maglia della rete che è il Tutto nel quale esistiamo, capendo che ogni nostra scelta interviene sulla vita, sul movimento, sulla stabilità della Terra, del Cosmo e di tutti gli altri esseri umani e non umani appartenenti ad ogni dimensione con cui entriamo in contatto, talvolta senza neppure esserne consapevoli.
È il momento in cui usciamo da quella visione ristretta, chiusa, egoica e ci rendiamo conto di non essere soltanto quell’Io nel quale ci siamo sempre identificati (la singola maglia della rete) ma quel “Noi”(la rete nella sua interezza), al punto da poter dire quell’assurda e meravigliosa frase “Io Sìamo” che, con un gioco possiamo trasformare in “sì-amo!”
Da cosa puoi lasciarti ispirare questa settimana:
“Intanto intorno a noi si sono moltiplicati incendi, eruzioni vulcaniche, aumento esasperato di calore, rappresaglie, guerre, lotte, esplosioni di vario tipo, fuori di noi, nel mondo che ci fa da specchio, ma anche dentro di noi. Esplosioni, forse, di una rabbia repressa nel tempo: stiamo attraversando l’iniziazione del Fuoco? Il Fuoco è l’artefice della metamorfosi, capace di trasformare e trasmutare, è l’energia che anima ogni corpo fisico; la fiamma che sale verso l’alto, il moto ascendente, di crescita, l’ Energia Maschile che ci dona l’impulso ad agire, a salire verso il cielo, a cambiare vibrazione, a ritornare a Casa. Ma, allo stesso modo e con la stessa intensità, si stanno moltiplicando alluvioni, uragani, tsunami, innalzamento degli oceani, scioglimento dei ghiacciai: l’iniziazione dell’Acqua?L’acqua che distrugge ma anche purifica, che porta freschezza lenendo ogni bruciore, l’acqua che è la culla della vita, essenza della fertilità, agente di purificazione e di trascendenza. Complementare al Fuoco che sale verso l’alto, l’Acqua scende verso il basso, riempie gli spazi vuoti, si diffonde in orizzontale e, quando riposa, rimanda alla calma della Energia Femminile. Il nostro prossimo passo è forse allora l’unione dell’Acqua con il Fuoco, l’inconscio con il conscio, il Femminile con il Maschile, l’involuzione con l’evoluzione, la Materia e la Forza, la Luna e il Sole, la Mente e il Cuore. Cambiare la nostra Natura oppure ritrovare la nostra vera Natura rendendo leggero quello che è pesante, pesante quello che è leggero, trasformando l’Acqua in Fuoco e il Fuoco in Acqua, portando la Terra in Cielo e il Cielo in Terra”.
(Susanna Garavaglia, “Diario di Psicosomatica”)
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