Il giorno di Pasqua, quest’anno, un asino mi ha morso il seno. Non si è limitato a mordicchiare come un gatto mentre sta facendo le fusa, ma si è spinto ben oltre, tanto che nemmeno l’intervento immediato di mio marito sembrava riuscisse a staccarlo da me. A giugno, invece, la cantina del mio B&B si è incendiata, propagando fuoco e fumo ovunque e rendendolo inagibile proprio all’inizio della stagione. Tra una cosa e l’altra non mi sono fatta mancare neppure il Covid, un ginocchio ammaccato e la sospensione di un mese da Facebook con accuse riconosciute poi da Facebook stesso “un suo mistake”. Insomma, niente di grave ma nemmeno niente di niente.
Un periodo difficile privato, all’interno di un periodo difficile mondiale.
Ma ho un messaggio per te : Tu sei molto più di quello che ti succede.
La tua vita è influenzata da come ti poni di fronte a quello che ti capita e da come sei in grado di trasformare gli eventi a tuo favore e non contro di te.
Questa è una canzone che ho scritto tantissimi anni fa per Laura Gessner (cantante jazz e cara amica), “Ma tu pensati bella” che riassume attraverso la voce di Laura quello che ti sto scrivendo qui.
Ascoltala, riascoltala.
Il contatto con i tuoi reali bisogni è il primo passo per volerti bene. Non si tratta di capovolgere il mondo ma, caso mai, di vedere lo stesso mondo da altri punti di vista e di percepire te stesso nel mondo non come vittima di una vita voluta da chissà chi per te, ma come pilota alla guida della tua automobile. Certo di poter decidere, per quanto ti sia possibile e per quanto sia nella tua natura, dove e come condurla. Certa di voler sbocciare per quello che veramente sei e che, magari, hai solo dimenticato di essere, limitandoti a condurre la tua esistenza lungo il solito sentiero.
Ma tu chi e come sei veramente?
Ognuno di noi porta con sé una sorta di fotografia o ritratto mentale di se stesso, una Immagine dell’Io in cui noi rappresentiamo per noi stessi che genere di persona siamo.
Tutto quello che fai, senti e ritieni di essere e di potere deriva da questa immagine, in quanto agisci come il tipo di persona che credi di essere.
Fino a che ti vedi come una persona incapace di vivere una relazione, ad esempio, non riuscirai a vivertela pienamente.
Se ti vedi insignificante, gli altri ti vedranno con i tuoi stessi occhi.
Capisci ora il senso della nostra “Ma tu pensati bella”?
Hai vissuto anche tu per anni intrappolato, intrappolata nell'immagine di te che ti sei creato chissà come, lasciando entrare i giudizi, le opinioni, le aspettative degli altri. E su questo hai costruito un'impalcatura su cui hai agganciato di volta in volta ogni tua esperienza.
Hai mai pensato che questa impalcatura possa avere una forma sbagliata, non assomigliarti per niente, non assomigliarti più?
Chiediti se stai ancora vivendo attaccato a quello che hai creduto di essere fino a ieri, fino ad oggi, fino ad un minuto fa. Perché ti ostini a vivere di immagini di seconda mano?
Ascolta la tua potenza, non rimanere aggrappato alle false idee ereditate inconsciamente.
Per questo è importante che anche tu impari ad ascoltare quello che va bene per te in ogni particolare situazione, senza accontentarti di una lettura preconfezionata del senso della tua vita, di una lettura già masticata e digerita da te stessa, da te stesso, una volta per tutte o, peggio ancora, da altri.
Ho vissuto la mia infanzia e la mia adolescenza sentendomi ripetere che avrei dovuto trattenere la mia rabbia perché “non sarebbe stato educato esprimerla”.
Quando sono andata a vedere quale fosse la mia Immagine dell’Io ho visto una donna che ricordava vagamente Crudelia De Mon. Ho cercato di modificarla ma diventava soltanto più paffuta e cambiava il colore dei capelli. Il giorno dopo ho ricreato l’immagine (si tratta di muovere la mano nell’aria come a disegnare un’immagine e guardare quale ritratto hai creato, cercando di “dipingerti”nella versione migliore possibile) ma mi si formava, a tratti, la Regina di Cuori di Alice, la paffuta che cercava di emergere il giorno prima. E così ogni giorno, o l’una o l’altra in prima battuta e, nella modifica, sempre l’una che si trasformava nell’altra.
Mi sono chiesta cosa avessero in comune questi due personaggi e mi sono resa conto che entrambe sono sempre arrabbiate. In quel periodo io, in effetti, mi arrabbiavo con facilità ma cercavo di trattenermi. Continuando con quella Immagine dell’Io ho capito che invece io avevo bisogno di usare la mia rabbia per creare, per ricominciare a scrivere. In quegli stessi giorni, infatti, mi ero detta “Continua a esaminare le tue paure, poi soffiale via. Ma prima dovrai riportarle alla luce”.
Una contraddizione? No, un diverso punto di vista, una sfumatura fondamentale. Come puoi soffiare via o, meglio ancora, trasformare le tue emozioni se fai finta che non esistano?
“Sei sull'orlo di un passaggio, continuavo, di un cambiamento di vibrazione del tuo corpo, non tornare indietro”.
E così non ho più trattenuto la mia rabbia, ho imparato a esprimerla fino a sublimarla in quello che stavo scrivendo. E nella mia Immagine dell’Io, avviato in quella direzione il mio lavoro, i tratti di Crudelia e della Regina sono spariti.
Li avevo “soffiati via”, insieme alla mia rabbia, proprio perché la avevo riportata alla luce e usata per me e non contro di me.
Anche tu probabilmente vivi seguendo un solco che hai tracciato nel tempo o che ti è stato indicato dai tuoi genitori, dagli insegnanti, dagli amici, dalla società, dalle abitudini, dalle consuetudini. Magari hai un lavoro che non ti assomiglia, hai fatto delle scelte che non ti corrispondevano o che oggi non ti corrispondono più, non hai ancora portato alla luce i tuoi talenti oppure li hai sacrificati. Magari stai mettendo in gabbia le tue emozioni e questo è ancora più grave.
Ricordati, dar voce ai tuoi talenti è un tuo diritto ma è anche un tuo dovere, perché nessun altro al mondo sa suonare la tua nota, lo sai fare soltanto tu e, se la lasci inespressa, nessuno la suonerà al tuo posto e al mondo mancherà proprio quella sfumatura che solo tu puoi portare.
Scriveva Dyer in “Le vostre zone erronee” : “Vale di più l'opinione che tu hai di me rispetto alla opinione che io ho di me stesso”.
Anche tu l’hai pensato qualche volta?
C’è un’immensa potenza nascosta in te che ha l’accesso alla forza vitale e crea miracoli. E’ pura energia, specchio che accoglie ogni tuo pensiero e, priva di emozione, te lo rimanda come esperienza viva, concreta, reale. Una potenza che dà forma a qualunque cosa tu le chieda. Se sai come chiederglielo, ovviamente. Anzi, se sai come chiederTElo. E se quello che chiedi è in sintonia con la tua natura, con la tua essenza.
Non potrei mai chiedere a me stessa, alla mia età e con la mia formazione, di diventare un’astronauta. Sarei folle e certamente non ci riuscirei. Ma di diventare più determinata sì, questo posso chiedermelo. E ci sto provando!
Alla prossima settimana!
Sai perché
E’ stato un chirurgo plastico a trovare come saper leggere e poter migliorare l’Immagine dell’Io?
Maxwell Maltz aveva capito che non era sufficiente migliorare i tratti somatici di una persona perché questa smettesse di sentirsi brutta. Infatti da chissà quanto tempo l’essersi sentita sempre brutta aveva alterato il suo equilibrio. Non tutti coloro ai quali era stato cancellato il difetto riuscivano a superare il complesso che quel difetto degenerava. Si è accorto quindi che quel difetto non stava a livello fisico, ma era penetrato più in profondità, andando a deturpare il loro rapporto con se stessi. Non bastava renderli più belli con un intervento chirurgico, bisogna aiutarli a recuperare la propria immagine anche a livello psichico. E così ha insegnato ai suoi pazienti a diventare coscienti dell’immagine che avevano di loro stessi, l’Immagine dell’Io, e a modificarla riportandola in equilibrio. Ovviamente ne è nato un esercizio che lavora su più piani contemporaneamente, non solo su quello fisico. Come sto con me stesso, quale filtro metto in entrata e in uscita nel rapporto con gli altri?
Provoc-Azione della settimana
Prendo in prestito da Sergio Audasso in “Neuroquantica evolutiva” quelli che lui chiama I quattro pilastri della carta d’identità sociale.
Ciascuno di noi si muove su 4 aeree che rimandano altrettanti aspetti di sé:
Area Pubblica: quello che io so di me e che gli altri sanno di me
Area Cieca: quello che io non so di me ma che gli altri sanno di me
Area Privata: quello che io so di me ma che gli altri non sanno di me
Area Ignota: Sconosciuta a me e agli altri.
Ogni trasformazione dovrebbe avere come obiettivo il raggiungimento dell’area Ignota che contiene l’unica immagine reale che ciascuno di noi ha di sé. Ma per raggiungerla è necessario capire come “crediamo” di essere.
In questa settimana
Ripeti ogni giorno
“Ogni giorno da ogni punto di vista mi trasformo in quello che sono”Scrivi sul tuo quaderno come ti descriverebbero i tuoi amici e i tuoi familiari. Potresti ogni giorno scegliere il punto di vista di uno di loro, osservarti attraverso i loro occhi e raccontare di te. Come ti racconterebbero loro, però… consapevole del fatto che tu ti stai vedendo, in queste descrizioni, attraverso di loro. E che tu sei “altro”.
Da cosa puoi lasciarti ispirare questa settimana
“Vivere di esteriorità è dimenticare la prelibatezza della vita, è un accontentarsi bulimico e compulsivo che non porta lontano ma, blocca la gioia in una piccola formina in un mare di sabbia infinita. Sempre la stessa formina, tutti i giorni. L’esteriorità è un’abitudine dell’anima che àncora e trattiene, coagula anziché lasciar scorrere, è un macigno quando non assomiglia più a chi non ha la forza di disfarsene.” (da “365 Pensieri per l’Anima”)