C’é un passaggio fondamentale nelle Costellazioni Familiari ed è quel momento in cui le due persone che stanno mettendo in scena una situazione si guardano negli occhi dicendo l’uno all’altro “Io ti vedo”.
Da tanti anni inizio ogni mio seminario in questo modo, che si tratti di Scrittura dell’Anima, di Teatro Evolutivo, di Comunicazione Vibrazionale o di quant’altro e l’emozione che scatena questo semplice reciproco vedersi è inimmaginabile.
Quella dimensione al di là della molteplicità, dove “io “ e “tu” perdono la loro separazione e “Io sono te, tu sei me” sembra diventare la nostra natura abituale.
Il contatto con alcuni istanti di coscienza pura apre a una relazione al di là dell’ego e ad una comunicazione non più tra due Personalità ma tra un Sé ed un altro Sé.
Sono attimi magici che segnano una traccia nel nostro vissuto ed invitano a seguire questa traccia nella vita di tutti i giorni, facendo da apripista per una comunicazione nuova.
Prestando attenzione in modo nuovo alle nostre sensazioni e a quelle di chi ci è di fronte, scopriamo che non sono né buone né cattive ma, semplicemente, “sono” e ci accompagnano al di là dello Spazio e del Tempo, in quella dimensione dove passato, presente e futuro si incontrano.
Chi ha avuto qualche esperienza di Costellazioni Familiari sa di cosa parlo ma anche chi ancora non le conosce e ha seguito i miei seminari o quelli di altri operatori che lavorano in modo analogo, ma anche chi ha avuto il dono di poter guardare almeno una volta qualcuno negli occhi fino a toccarsi l’anima.
Per chi vive di empatia questa è la norma
Il termine “empatia” deriva dall’inglese “empathy”, a sua volta derivato dal tedesco Einfühlung, termine che in origine faceva riferimento al processo che avviene quando si è di fronte a qualcosa di bello, nell’arte o nella natura. La persona proietta se stessa nell’oggetto che sta contemplando e che percepisce come bello.
Edward Titchener (padre dello strutturalismo che descrive i contenuti della coscienza mettendone in luce le leggi che li regolano, dando notevole spazio alla introspezione) agli inizi del ‘900 definì “empatia” il processo di umanizzazione degli oggetti inanimati, ma questo termine venne successivamente esteso agli esseri umani.
Chissà quante volte ti sei focalizzato sul mondo interiore di chi ti era accanto, intuendo quello che stava avvenendo ai suoi livelli interiori più profondi, percependo quello che realmente provava, anche se esternamente cercava di mandare segnali del tutto diversi.
Si stava camuffando.
Se sai creare quel contatto emotivo diretto con chi è con te e ti sai sintonizzare con lui, riesci anche a cogliere e a accogliere il suo punto di vista, anche se è diverso dal tuo.
Empatia è Non Giudizio, ma spontaneità di condivisione.
Una relazione empatica è una relazione che trasforma. Chissà quante volte ti sei abbandonato con fiducia ad una relazione di questo tipo, o chissà quante volte avresti voluto farlo!
Scrive Jampolsky, psichiatra che ha fondato il primo International Center for Attitudinal Healing (Centro per la Guarigione degli atteggiamenti mentali) e ha lavorato soprattutto con i bambini :
"Quando lasceremo sugli altri l'impronta dei nostri cuori invece di quella dei nostri piedi avremo creato un mondo diverso" (“Inviti al risveglio")
L’Empatia è qualcosa di così pratico da diventare un mezzo fondamentale per la guarigione, come afferma Cliff Sanderson, neozelandese scrittore, filosofo e – guaritore, premio Albert Schweizer per la Medicina Umanitaria, il quale sostiene che
"L'unico modo di essere spirituale è essere pratico".
Lui da anni lavora con i bambini colpiti dal disastro di Chernobil.
In una intervista apparsa su Lifegate, Sanderson aggiunge :
“ La mia offerta è quella di essere disponibile ad aiutare. Non è facile spiegare esattamente cosa faccio. E' un atteggiamento, un modo di pormi. Porto il paziente in uno stato di rilassamento profondo tramite il mio modo di respirare che diventa il suo. Gli metto le mani sulle spalle, senza manipolazioni, senza trasmissione di energia, semplicemente con l'intenzione che stia meglio. Cerco di contagiare la persona attraverso la mia presenza, grazie alla mia vicinanza, e come sto io, starà lui. Cerco di essere felice sereno rilassato e il mio atteggiamento lo contagia. Ma l'aspetto più importante, fondamentale, è l'empatia, senza la quale nulla è possibile. Ad agire non è la mente locale, ma un livello di comprensione più alto. Quando sono veramente in contatto con me stesso e mi rendo autenticamente
disponibile per l'altra persona, entro in empatia con lei e si crea un "campo". Io sono in uno stato di rilassamento profondo e "contagio" la
persona con il mio stato d'animo. E' la forza della vita che fa tutto. La tendenza della natura verso l'armonia. E' il mio essere che interviene, non la mente educata, io rimango
neutrale.”
Ma cosa è allora l’Empatia?
Una neuroscienziata inglese, Tania Singer, ha condotto un esperimento con la risonanza magnetica presso l'University College di Londra, scoprendo che la capacità di comprendere la sofferenza altrui attiva gli stessi meccanismi cerebrali che scattano quando siamo noi a provare dolore.
A un gruppo di persone è stata data una leggera scossa ad una mano e sono state registrate le aree cerebrali coinvolte; le stesse che si sono attivate quando anche ai loro partner è stata somministrata la stessa scossa. Più il legame emotivo era forte, maggiore era la risposta.
E’ l’empatia che ci permette di vivere la stessa sofferenza emotiva di chi soffre fisicamente e ci è accanto.
Ricordi Spock di Star Trek, creato da Gene Roddenberry? Poteva entrare nella mente degli altri… ma a te non è mai capitato di intuire quello che si agita nell’animo altrui?
La scienza parla da tempo di campi gravitazionali, magnetici ed elettrici. Ma esistono anche i campi di pensiero e ad oggi sono stati condotti molti esperimenti di psi, o telecomprensione: la capacità di “vedere” a distanza quello che l’altro sta facendo o la capacità di descrivere l’ambiente in cui si trova aumenta notevolmente se tra i due esiste un legame affettivo.
Non si dice forse “Vedo la vita attraverso i tuoi occhi?”
Lo sai bene se sei una madre, ad esempio, o se hai un livello di empatia così alto da provare una sensazione molto intensa di dolore o disagio quando qualcuno che ami viaggia in cattive acque.
Lo stimolo doloroso manda il suo segnale al tuo cervello che lo trasforma in una risposta fisica ed emozionale. E’ stata somministrata, nel corso dell’esperimento fatto dal gruppo della Singer, una moderata scarica elettrica a 16 donne contemporaneamente sottoposte alla Risonanza Magnetica Funzionale (FMRi) che registrava risposte sia nelle aree sensoriali che in quelle emozionali del loro cervello. Le stesse donne, successivamente, sono state invitate a assistere allo stesso esperimento sui loro partner, senza però poterne vedere il viso, né quindi l’espressione di dolore. Le aree del cervello sollecitate erano le stesse di quando il dolore era subito personalmente. Si è inoltre trovato un rapporto diretto tra l'intensità del legame affettivo e la risposta cerebrale.
Educazione Emozionale, ovvero Q.E. (Quoziente Emotivo)
Sempre più si fa strada il concetto di Educazione Emozionale, tanto che nelle università statunitensi pare quasi più importante un buon livello di Q.E. che di Q.I! L’intelligenza Emozionale è il riconoscimento, l’espressione e l’importanza data alle emozioni per una sempre migliore qualità di relazione in campo affettivo, familiare, sociale. Un buon livello di Q.E. permette un notevole miglioramento nelle relazioni e, pertanto, un aumento dello stato generale di benessere.
Tra i temi affrontati dalla Educazione Emozionale, importante è quello della Liberazione dalla Paura, dalla Rabbia, dalla Sfiducia, tutte emozioni che bloccano la crescita e l’evoluzione. E’ fondamentale invece una sempre più crescente attenzione allo sviluppo della Fiducia, della Condivisione, della Gioia, rendendo l’Emozione il collante fondamentale tra le persone.
In questo modo si fanno passi avanti nella Educazione alla coscienza globale di sé, alla autoconsapevolezza, al rispetto delle diversità e delle differenti vie di crescita, al ri-cor-do della propria natura di esseri di luce, all’educazione allo sviluppo del potenziale umano.
Quando entri in contatto con la consapevolezza della tua unità con tutto ciò che ti circonda, entra in te un senso di pace, di fiducia, di amore.
Questo è il cammino verso una sempre più crescente Coscienza Planetaria: sei consapevole di essere una parte integrante di un ecosistema complesso all’interno del quale anche tu sei interdipendente con tutti gli altri che ne sono parte come te?
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