“Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l'Espérance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris…
Quando la terra è trasformata in umida prigione
Dove la Speranza, come un pipistrello,
Va sbattendo contro i muri la sua timida ala
E picchiando la testa sui soffitti marci..”.
Una sorta di accidia, lo Spleen intensamente evocato dai versi poetici di Charles Baudelaire, uno stato d’animo per nulla estraneo a chi si trascina attraverso i suoi giorni senza sapere dove andare e che farsene di sé, smarrito, apatico, incapace di dare un senso alla sua esistenza.
E non è un caso che il poeta francese abbia usato proprio la parola Spleen, in inglese Milza, per indicare questo malessere: nella Medicina Tradizionale la loggia splenica, quella che appunto definisce la Milza, se non è in equilibrio stimola, tra l’altro, pensieri ossessivi e incapacità organizzativa.
I primi ci fanno sbattere la testa come fa il pipistrello contro gli umidi soffitti, l’altra ci rende inconcludenti fino a chiuderci nell’apatia e nella immobilità; ambedue questi squilibri, nostro malgrado, ci regalano depressione e malinconia.
Che ci fai in quel buco nero?
C’è chi si identifica quasi interamente con questa incapacità di aderire alla vita. Ma tutti noi, pur conoscendo la gioia e l’entusiasmo, a tratti possiamo scivolare in un piccolo buco nero e rimanere lì, magari anche solo per mezz’ora o per una settimana intera, senza nemmeno riuscire a domandarci il perché.
La chiamiamo “crisi”, usando questo termine la cui radice è nel verbo greco “krino”, che significa “metto di qua e di là, divido”: nulla di più azzeccato, visto che in quegli attimi cadiamo in una voragine che ci separa da noi stessi. Nulla di più sano, scrivevo fino a qualche anno fa, se riusciamo ad entrare nella crisi cogliendone la sua spinta provocatoria, riconoscendone la fertilità che nasconde tra le pieghe della sua maschera talvolta agghiacciante.
Ma la finestra potrebbe chiudersi
Ma ora non è più così, ora non possiamo più indugiare. Quando ci percepiamo così divisi è perché a qualche livello intuiamo di non avere ancora raggiunto quell’intero che in realtà noi siamo ma che nascondiamo ai nostri stessi occhi. Una intuizione di cui non siamo consapevoli se crediamo di appartenere ancora al Vecchio Mondo.
Elvin Laszlo, fondatore e presidente del Club di Budapest, che si occupa di teoria dei sistemi e teoria generale dell’evoluzione, qualche anno fa diceva che eravamo a una svolta cruciale nella evoluzione della nostra vita e del nostro pianeta, ma eravamo ancora in tempo per cambiare direzione. In “Il punto del caos” scriveva: “Oggi ci troviamo in una finestra decisionale… il passaggio ad una nuova civiltà dipende dall’evoluzione della nostra coscienza… ciascuno di noi può addestrare il proprio sé interiore a unirsi maggiormente con quello esteriore, realizzando una maggiore unità tra corpo e mente. Quando si diventa unità in questo modo, è possibile cominciare a rendere un’unità il mondo intorno a sé”.
E’ chiaro, viviamo in un momento storico dove si affacciano sia il pericolo del collasso globale che l’opportunità di un rinnovamento mondiale, siamo nel mezzo di quello che molti chiamano Salto Quantico, il passaggio da uno stato caratterizzato da bassa consapevolezza di sé ad uno stato di più alta energia e di autoconsapevolezza. Siamo nel pieno di una possibile trasformazione dal vecchio modo di intendere il Pianeta, come luogo di conquista, ad un rapporto di rispetto e sacralità con la terra e con tutta la nostra realtà.
Ma ora il tempo potrebbe essere finito. Chi ancora non ha capito, potrebbe non farcela più a fare delle scelte etiche, consapevoli, rispettose dei fili sottili che legano ogni essere umano e ogni regno della natura a tutti gli altri. Potrebbe non riuscire più ad ascoltare la voce del Sé, di quella parte che sa perché siamo in questa dimensione, da dove veniamo e dove stiamo andando.
O mangi ‘sta minestra…
Per capire bene la differenza tra Vecchio Mondo e Nuovo Mondo prova a consultare la tabella alla fine di questa MindLetter e a leggere l’esercizio che ti propongo proprio per accompagnarti a prendere dimestichezza con queste differenze.
A vedere certi comportamenti attuali, chi continua a indugiare potrebbe andare avanti nella vita essendo guidato solo da scelte reattive, senza sapere davvero dove stia andando a parare. Guidato soltanto da scelte dettate dalla Personalità, preoccupata di continuare ad essere amata, di avere il consenso sociale, di sopravvivere in una giungla fatta di lotta e di opposizione. Preoccupata solo di avere ragione, di esercitare il suo Potere.
In una dimensione ancorata alla polarità dove tutto è bianco o nero, giusto o sbagliato, buono o cattivo, chi non è capace di spostarsi al di là della opposizione potrebbe continuare a camminare a fatica tra vibrazioni dense, quelle della Paura, in un contesto umido ed appiccicaticcio come la prigione esistenziale di Baudelaire.
Non ci resta che cercare di vedere al di là di quelle apparenze che ci hanno separato dalla consapevolezza della nostra vera identità. Se non è così, siamo rimasti nel Vecchio Mondo... il sociale è ancora tutto là, dalla politica alla scuola alla cultura. Basta fare un giro nei social. Io sono fortunata, o forse le persone che mi leggono e interagiscono con me hanno già fatto delle scelte. Ma lì, nei social, sembra di essere in una jungla.
Essere nuovi nel nuovo
Nel Nuovo Mondo non possiamo più sbattere la testa contro il soffitto perché, se abbiamo veramente fatto quel salto ci siamo lasciati alla spalle i pipistrelli e abbiamo imparato ad aprire gli occhi. L’Uomo Nuovo, la Donna Nuova sono individui che, consapevoli delle proprie risorse ed esigenze evolutive, sono in grado di passare da una visione di sé come maglie separate e sole alla consapevolezza di essere parte di una rete, di un gruppo, di una società, del Pianeta, e operano di conseguenza.
Il piano di volo
E giorno dopo giorno a chi ha scelto di aprire i suoi occhi appare con sempre più chiarezza il suo Piano di Volo, la sua Mission, il suo Compito, ciò che lo rende unico e irripetibile connettendolo con il motivo per cui è qui in questa dimensione.
A noi non resta che interrogarci: stiamo vivendo ancora come uno, due, tre, dieci anni fa? Quali scelte nuove, quali cambiamenti sostanziali abbiamo fatto? Il passaggio non si accontenta più di sogni e progetti ma pretende azioni: semplice, allora, rispondersi da soli.
Provoc-Azione della settimana
Consulta la precedente tabella che pone da una parte le caratteristiche del Vecchio Mondo e dall’altra quelle del Nuovo.
Ecco per te alcune domande che puoi porti durante la settimana :
Anche solo sommariamente, da quale parte ti senti trascinata (Vecchio o Nuovo Mondo)?
Riesci a spiegarti almeno alcuni di questi passaggi e cosa ne pensi, tu dove sei?
Ti percepisci solo maglia o hai la consapevolezza di fare parte di una rete in cui qualunque maglia venga mossa tutto l’insieme si scuote?
Credi di vivere nella Polarità (o bene o male, o bianco o nero, o giusto o sbagliato..) o vedi e percepisci il tutto da un punto di osservazione più alto?
Ti senti sol/a, separata/o oppure avverti i fili invisibili che ci collegano l’uno all’altro?
Scegli o/o oppure sai vedere e/e?
Prevale in te la competitività o la condivisione?
Credi che la vita vada consumata o in ogni istante creata?
Ti sembra più semplice nascondere la tua ombra o portarla alla luce per vederla in faccia e trasformarla?
Credi nella Scarsità e quindi tendi ad accumulare o sai lasciar fluire?
Indossi la tua autostima come fosse una corazza, mossa da regole che hai imparato, oppure stai lasciando che l’amore e il rispetto per te stessa nascano da dentro di te?
Quello che sei, ti arriva dall’esterno (metodi, tecniche eccetera) o dall’interno (sviluppo graduale di consapevolezza)?
Crescere vuole dire aggiungere (indossare) o potare (spogliarsi)?
Di fronte alla crisi chiudi gli occhi, stringi i pugni e resisti o accogli anche l’energia di collasso?
Nella relazione attacchi o collabori?
Sai dove stai andando, hai un Piano di Volo, o procedi a tentoni?
Lasci che ti muova il Pensiero Lineare (da A a D passo necessariamente da B e C) oppure ti affidi al pensiero Circolare (faccio un giro non previsto per Y poi vado a C e torno indietro ad A molto più arricchito e già trasformato)?
Sei attento solo alla meta o ti godi il percorso?
Prevale in te la Razionalità o ti affidi all’Intuizione?
Trattieni e conservi o crei e distribuisci?
Dai spazio solo alla mente o la sai collegare al cuore?
In una relazione a due cerchi la tua metà della mela oppure ti percepisci una mela intera e cerchi un’altra mela intera come te?
Ti senti più a posto se dici “Io sono Me” o “Io sono Noi?”
Qualunque cosa tu faccia ne valuti il successo o l’insuccesso oppure la percepisci semplicemente come energia in movimento, comunque vada?
Buon lavoro e alla prossima settimana!!