Essere come sono mi è naturale ma ogni tanto quell'altra mia parte, quella che si fa dei problemi, borbotta e dice "Basta! Adesso sparisci e taci e la smetti". Di fare cosa non so, ma secondo lei dovrei smetterla…
Ci sono delle correnti che mi brontolano dentro e che mi vorrebbero trascinare in un mondo che si sfilaccia, quello in cui le persone hanno smesso di fare corpo le une con le altre, di sorreggersi a vicenda, di esultare dei successi reciproci, di parlare bene l'una dell'altra, di accorgersi del filo sottile che le lega.
E contemporaneamente dormicchiano o canticchiano in me altre correnti di energia che mi accompagnano a essere co-creatrice di un mondo che si fonde e che va oltre l'invidia, il giudizio, la paura dell'accoglienza e del sostegno reciproco.
Anche se non amo mettere in evidenza quello che non va, devo ammettere che siamo immersi in un malessere che vede l’umano impazzito e la natura in rivolta, ma una parte di me crede che abbiamo ancora l’opportunità di cambiare il paradigma comportamentale e mentale.
La paura va presa al varco
Il nostro stato d’animo globale è la paura e dobbiamo trovare una soluzione ma io credo che non abbia senso cercare di sconfiggere la paura con delle punture di coraggio che sarebbe soltanto reattivo, nato da questa nostra stessa paura e quindi pronto a sgonfiarsi al primo incidente di percorso. La paura va presa al varco attraverso un cambiamento radicale, a nulla serve tentare di sconfiggerla, ben lo sappiamo che nessun problema si può risolvere dallo stesso livello di coscienza che lo ha creato.
Sta a noi quindi la scelta, continuare a procedere come sempre o accogliere l’opportunità per un cambiamento passando dal piano della forza - che ci sta guidando da troppo tempo - a quello della coscienza.
Siamo costretti in un mondo intriso di Energia Maschile che sta implodendo su se stessa. Potere, Aggressività, Prevaricazione (uso volutamente la lettera maiuscola) sono gli aspetti d’ombra di qualità energetiche del Maschile quali Potenza, Azione, Determinazione che, male orientate, si sono trasformate in mine, pronte a farci saltare in aria tutti assieme. Non credo che ci sia la possibilità di salvarsi cercando di ripercorrere la strada all’inverso, non basterebbe, non servirebbe, sarebbe solo un tentativo di ritardare la fine, di mettere una toppa. Ma, secondo me, una soluzione per salvarci tutti ci sarebbe. E la immagino guardando noi donne.
Stimo molto noi donne, il nostro approccio alla vita, il nostro saper cogliere il senso di quanto stiamo vivendo prima ancora del suo significato, la nostra tendenza a unire, collegare, mettere insieme ciò che è apparentemente distante; amo il nostro essere vaso che si riempie di quello che ci vive attorno e che accoglie in sé ogni altro da sé, restituendolo al mondo esterno senza cercare di cambiarlo ma avendone rispettato la natura. Mi emoziona l’empatia che ci fonde in un’eco di fili invisibili e il nostro saper mettere il cuore nel cuore dell’altro, quel continuo essere una e poi due e poi tutti e ancora una, trasformata da quel viaggio nella dimensione interiore di chi è altro da noi.
Ho conosciuto alcuni uomini che sono così e, quando ne incontro uno, provo molto amore per lui perché non è facile essere un uomo con un’Energia Femminile ben sviluppata.
Non è facile ma, quando avviene questo miracolo, allora aumentano le speranze che il mondo si salvi. Perché gli uomini sono i primi responsabili della distruzione, quegli uomini che ignorano una parte di sé, quella che attinge al loro Femminile, appunto.
L’energia del femminile
Ben sappiamo che ciascun essere vivente, indipendentemente dal suo sesso biologico, ha in sé le due componenti energetiche complementari, quella femminile e quella maschile. Non si tratta di due poli in opposizione, ma di due forze energetiche sinergiche, ambedue indispensabili per uno sviluppo armonico dell’individuo.
Tutto in natura è sottoposto all’inevitabile presenza di un dualismo: non ci sono inspirazione senza espirazione, sistole senza diastole, giorno senza notte, buio senza luce e così via.
Ma troppo spesso la nostra cultura o i nostri sistemi educativi e sociali hanno insistito sull’opposizione tra ciò che si presenta duale, mettendone in luce le differenze reciproche, quasi a voler sottolineare l’inevitabilità di una lotta, di un conflitto, di una competitività. Opposizione che ha come obiettivo la vittoria dell’uno e la sconfitta dell’altro.
L’energia maschile (per il Tao lo yang) si muove verso l’esterno a dar vita alla manifestazione e all’azione; ne sono espressione, tra l’altro, la razionalità, il distacco, la volontà, l’idealismo, il giudizio.
Quella femminile (o yin) è orientata invece verso l’interno, verso il contatto con l’interiorità propria e altrui. Ne sono espressione l’emotività, l’affettività, l’empatia, la creatività, l’intuizione, l’ascolto, l’accoglienza, l’inclusione.
Non possiamo crescere senza l’una e l’altra componente energetica e dovremmo tendere alla fusione dei due poli, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo e tendiamo a lasciare i doni del Femminile ai margini, quasi fossero una forza da tenere ben nascosta perché, comunque, improduttiva.
Solo così si sviluppa la nostra capacità di avere una nuova e diversa percezione di noi stessi e degli altri: è più semplice vivere di ripetitività, abitudini, cliché e schemi che ci trasciniamo nel tempo senza avvertire che qualcosa è cambiato. Facciamo finta di non accorgercene e continuiamo a “viverci” come abbiamo sempre fatto, protési nelle maschere della nostra Personalità, dimenticando di stare in ascolto di quella voce che sa, la voce del nostro Sé.
Ma l’equilibrio cui ciascuno di noi dovrebbe tendere è la fusione, la complementarità dei due poli, quella che permette a ognuno, maschio o femmina che sia, di rapportarsi alla vita sapendo manifestare all’esterno ciò che ha trovato dentro di sé.
La donna ha imparato, l’uomo forse può ancora farcela
La donna ha imparato a farlo, forse spinta dalla posizione sottomessa che ha subito nei secoli e che l’ha costretta a conquistarsi la sua completezza.
L’uomo, sovrano contratto nella sua paura di perdere il Potere, non ce l’ha fatta ancora ad attingere all’espansione per raggiungere la sua interezza e ha sparpagliato una parte importante di sé nel corso della storia, nello Spazio e nel Tempo. Ha fallito perché quando non si è interi si hanno meno energie e meno risorse a disposizione e il mondo che ha governato si sta spegnendo.
Sarebbe ora che la vita del sociale e del pianeta fosse affidata alle donne. O che l’uomo imparasse a sviluppare e a usare la sua Energia Femminile.
L’uomo deve scegliere se crescere oppure no: non so se faccia ancora in tempo ad abbandonare la sua perenne adolescenza che lo spinge a distruggere e a osannare ogni forma di competizione, ma penso che se riuscisse ad accettare di includere e sviluppare anche la sua componente energetica femminile forse il mondo potrebbe ancora farcela.
E io potrei dire che stimo gli uomini, il loro approccio alla vita, questo loro cogliere il senso di quanto stiamo vivendo prima ancora del suo significato, la loro tendenza a unire, collegare, mettere insieme ciò che è apparentemente distante.
Per ora sembra un lungo ossimoro ma io amo gli ossimori… chissà.
Provoc-Azione della settimana
L’energia maschile (per il Tao lo YANG) si muove verso l’esterno a dar vita alla manifestazione e all’azione, quella femminile (o YIN) è orientata invece verso l’interno, verso il contatto con la interiorità propria e altrui.
Ecco alcune tra le qualità energetiche maschili e femminili, viste in entrambi i casi nei loro aspetti di luce e di equilibrio. Ognuna di queste, comunque, può andare in ombra ma non é su questo che in questa settimana vorrei tu riflettessi. Buon lavoro!
E tu, verso quali aspetti delle due energie sei più orientato/a? Prova a scrivere accanto a ogni voce un punteggia da 1 a 5 e poi fa’ la somma dalla parte del Maschile e da quella del Femminile. Dove hai il punteggio più alto lì, sei più orientata. E qual è il punteggio più basso tra le varie voci?
Da cosa puoi lasciarti ispirare questa settimana
"Cosa senti nei confronti della tua struttura e quale rapporto hai con la struttura nella quale sei inserito, qual è la tua relazione, con l’autorità, il sistema di credenze, le esigenze e i bisogni materiali, affettivi, sociali?
Questa sera addormentati pensando a come ti muovi tra le tue strutture e quella serie di paletti che ti indicano la strada, chiediti se ci sono e se sono ancora adeguati a quello che tu sei in questo particolare momento della vita, se sono diventate delle sbarre, non più in sintonia con i tuoi bisogni o se qualcun altro li ha posizionati per te, al posto tuo”
(da Susanna Garavaglia, 365 Pensieri per l’Anima)